Un antico tempio romano trasformato in chiesa
Un antico tempio romano divenuto chiesa e poi sede espositiva diocesana; questa in sintesi la storia del complesso museale di San Pietro, che nella sua lunga cronologia, racchiude un importante tassello delle vicende religiose di Teggiano.
Il sito dell’ex chiesa era un punto privilegiato della Tegianum romana, qui infatti sorgeva una struttura templare, che la tradizione storica attribuisce al culto di Esculapio e di cui rimane il podio con stilobate, che si sviluppa per buona parte del prospetto principale della chiesa. Sui resti del tempio sorse, nell’alto Medioevo, la chiesa dedicata all’Apostolo, che divenne ben presto una delle antiche parrocchie di Diano, rivaleggiando per lungo tempo con la plebana di Santa Maria (attuale cattedrale). Non abbiamo documenti certi sull’istituzione del titolo con cura d’anime, ma possiamo affermare che San Pietro sia stata una delle prime chiese a detenere tale beneficio, insieme alle altre di Sant’Eustachio, Sant’Antonio Abate, Santa Barbara e Santa Maria (la pieve). La storia di San Pietro è strettamente collegata alle sue vicende architettoniche, difatti l’aggregazione volumetrica delle cappelle laterali, avvenuta nel corso dei secoli, è sinonimo della propagazione di culti e devozioni nel tempo, tra cui si segnalano San Paolo, l’Addolorata e Santo Stefano. Le stesse cappelle entrarono a far parte dei patronati di importanti famiglie e personaggi illustri di Diano: nel secolo vano di destra, infatti, venne sepolto, in un’arca gotica realizzata in stucco policromo, il milite Bartolomeo Francone (inizi XV sec.), mentre nella cappella successiva fu eretto il sepolcro in pietra dell’arcidiacono Rossi. Nel Settecento la chiesa si arricchì di arredi e suppellettili, mentre nel secolo successivo perse lentamente la sua importanza, sia per la penuria di sacerdoti, che per i danni riportati a seguito del terremoto del 1857. Il beneficio parrocchiale passò alla vicina Sant’Agostino e la chiesa petrina venne restaurata e destinata a Museo Civico. L’abate Antonio Galliani appassionato cultore di storia antica e l’architetto Gino Chierici, restauratore, diedero nuova vita al San Pietro, con la restituzione dei suoi ambienti a sede di un museo delle memorie teggianesi. Recenti allestimenti ne hanno definito l’attuale aspetto di Museo Diocesano, integrando, con suppellettili liturgiche, statue e tele, l’originaria raccolta di sculture in pietra sulla storia classica e medievale della città. L’ultima musealizzazione risale al 2007 ed è stata realizzata, con fondi P.O.R. Campania, dalla cooperativa Paràdhosis.